Oggi è in programma uno storico derby genovese di Serie C Unica. Al PalaFigoi di Genova alle 18:00 si affronteranno il MY Basket Genova e il CUS Genova Basket, a distanza di 17 anni dalla sfida tra Effe 2000 e Granarolo Basket, ultima stracittadina in un campionato interregionale di Serie C. In attesa della sfida ecco un’intervista a Pietro Del Sorbo, cestista genovese nonché uno dei simboli di quell’Effe 2000 e futuro capitano.
Furono due le stracittadine durante quella stagione, una all’andata sotto Natale e una al ritorno. All’andata a spuntarla al Crocera Stadium furono i Biancorossi, squadra di quartiere che si era affacciata orgogliosamente alla Serie C1 con giocatori quasi tutti cresciuti in zona. Al ritorno in Via Cagliari fu invece l’Effe 2000 di Vittorio Vaccaro, con assistente Giovanni Pansolin, una squadra di semiprofessionisti frutto di un progetto ambizioso e che a fine stagione avrebbe conquistato la promozione in Serie B2 superando Legnano in finale.
«Ricordo molto bene quei due derby», racconta Del Sorbo, «in quanto erano le due partite più sentite contro giocatori che affrontavo fin dalle giovanili». Il futuro capitano dell’Effe 2000 era passato a 15 anni da Columbus Basket a Genova Basket, e da lì le infinite sfide contro le squadre di Don Bosco e Granarolo, con tante finali regionali. «Diciamo che questi trascorsi mi facevano sentire la partita», racconta, «anche se non erano tanti i liguri in squadra».
«All’andata avevamo abbastanza sottovalutato gli avversari», ricorda il giocatore, «siamo andati sopra subito e poi ci siamo spenti». Un ambiente, quello della Crocera, caldissimo e pieno di tifosi. «Ricordo una Crocera infuocata», racconta, «e ricordo anche che a fine partita sono andato subito via perché già fatico a metabolizzare le sconfitte», aggiunge, «poi figurati in un derby contro Granarolo».
Una sconfitta che ebbe anche una ripercussione che ad oggi ricorda con il sorriso. «Ricordo che per colpa di quella brutta figura che facemmo», afferma Del Sorbo, «ci fu annullata anche la cena di Natale ufficiale della società e fummo costretti a farne una organizzata tra noi». «Ricordo l’amarezza che avevo nel momento in cui salivo le scale del palazzetto per tornare negli spogliatoi», aggiunge, «e ricordo che Coach Vaccaro in un’intervista post partita contro Spezia disse che il nostro derby non era contro di loro ma contro Granarolo».
Un risultato, quello dell’andata, che motivò l’Effe 2000 al ritorno. «Io purtroppo non ero in campo in quanto infortunato», ricorda il giocatore, «avevamo il dente avvelenato e in una Via Cagliari incandescente la partita andò via abbastanza in scioltezza». «Io se non ero al tamburo», aggiunge sorridendo, «ero sicuramente a urlare dalle tribune».
«Vaccaro per me se non è stato un secondo padre», afferma con affetto, «è stato almeno un grande zio». «Una figura che mi ha spronato anche pesantemente alcune volte», afferma in aggiunge, «ma che mi ha fatto capire bene come dovessi affrontare il campo e anche la vita in alcuni suoi aspetti». «Gli devo tantissimo», afferma in chiusura, «mi diceva sempre di preoccuparmi se un allenatore non ti dice più niente e questa massima la utilizzo ancora oggi con i miei alunni».
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